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Genova, il Cimitero Monumentale di Staglieno.

Genova, Cimitero Monumentale di Staglieno.

Alla fine, cosa rimane di un viaggio?

L’ammirazione per un’opera d’arte, i labirinti di una metropoli, paesaggi mozzafiato, oasi e deserti in cui perdersi e ritrovarsi?

Cio’ che permane veramente nella memoria, non è ció che si puó raccontare o che si puó fotografare. Sono le emozioni: un incontro inaspettato, un vicolo per il quale non dovevamo nemmeno passare, un negozio, un ristorante, tutto ció che non era programmato o addirittura nemmeno pensato o conosciuto. Una scopert, un’esperienza nuova ... anche se, come dice Oscar Wilde "esperienza è il nome con cui le persone chiamano i propri errori".


A Genova, per me, tutto questo e’ stato il Cimitero di Staglieno.


La scusa del viaggio nella capitale ligure, e’ stato il ritrovare vecchi amici. Ci aspettavamo i vicoli, l’aria di Repubblica Marinara, il porto, l’acquario, l’intreccio di strade, vicoli, ferrovie, autostrade e spiaggie, la gente.

E poi... Staglieno.

Arte funebre, cimitero di Staglieno, Genova.

Una magniloquente ed infinita galleria di opere d’arte all’aria aperta, puramente decadenti, immerse in silenzio dovuto, rispettuoso e naturale, l’improvviso frullare di ali dei piccioni che si aggirano tra le tombe e trovano la liberta’ verso l’alto, verso il cielo, la successione di sguardi di pietra che si susseguono incessantemente, alcuni con la sofferenza della perdita immortalata per sempre su quei volti, altri con negli occhi un alito di speranza, per un futuro ritrovarsi (forse in un mondo migliore?).

Tanatos ed Eros. Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova.

Le figure femminili cosi’ sensuali (un richiamo al mito di Eros e Tanatos), la comunione così tipicamente romantica tra la commovente opera dell’uomo e quella irrefrenabile della natura.

Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova.


"la comunione così tipicamente romantica tra la commovente opera dell’uomo e quella irrefrenabile della natura"...


Il cimitero genovese nasce dalla necessità di eseguire l’editto Napoleonico entrato in vigore nel 1804, con il quale si poneva fine alla consuetudine di seppellire i morti nei centri abitati e nelle chiese. Da questa decentralizzazione dei cimiteri, nasce Staglieno, uno dei principali e più grandi cimiteri monumentali d’Europa.

Il progetto originario fu di Carlo Barabino, che però morì di colera prima di vederlo iniziare.

Giovanni Battista Resasco, suo discepolo, lo inizió nel 1844. L’inaugurazione fu nel 1851, con la sepoltura, quel giorno, dei primi 4 inquilini del neo-cimitero.

Con il passare del tempo, Il cimitero di Staglieno, si è rivelato lo specchio della mentalità sotto molti aspetti progressista e innovatrice della borghesia dell’epoca, in particolar modo di quella Genovese. Commercianti, ma non solo: statisti, scienziati, industriali, artisti e lavoratori trovavano spazio a Genova in un movimento liberale moderato che avrebbe portato ad una serie di riforme storiche che predilegevano l’impegno sociale per il rispetto, almeno in parte, della ormai crescente e sempre piu’ predominante classe operaia. Un esempio di tutto questo fu la particolare attenzione posta al problema dell’istruzione a tutti i livelli, che portera’ alla creazione della scuola serale per operai, e del più grande centro studi politecnici del Regno d’Italia.

In questo ambito storico e culturale, il luogo di sepoltura diventa il modo di manifestare tramite la scultura, duratura e incorruttibile, la propria opulenza, di perpetuare la memoria delle proprie capacità e delle proprie idee, di mantenere il proprio posto visibile nel mondo dei vivi. Il morto diventa quindi il simbolo ideale del pater-familias, perdita dolorosa e irrimediabile per chi rimane, ed esempio di vita per le generazioni future.

Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova.

Ma con il decadere della classe borghese, e ancor di più dei valori che essa promuoveva, anche lo stile scultoreo muta secondo lo spirito dell’epoca: ecco le sculture sensuali del mito Eros-Tanatos, gli angeli seducenti, in puro stile funerario egizio, una specie di dolce compagnia per l’aldilà...fino ad arrivare alla rappresentazione della Morte non più come la nera figura incappucciata, che lasciava intravvedere le orbite vuote e la mano ossuta sulla impietosa falce, bensì una provocante donna a cavallo di un nevrile destriero.


Sepolture di bambini, Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova.

​Al giorno d’oggi il Cimitero Monumentale di Staglieno copre un’area di 330.000m2, ed include anche un cimitero inglese, uno protestante ed uno ebraico.

Illustri personaggi della storia dormono l’ultimo sonno qui a Staglieno. Giuseppe Mazzini, Michele Novaro (a lui dobbiamo la musica dell’inno italiano), scrittori, poeti, garibaldini della spedizione dei Mille (a cui e’ dedicata un’intera area del cimitero), Costance Lloyd, moglie di Oscar Wilde, e moltissimi altri danno ulteriore lustro alle innumerevoli cappelle in stile Liberty, Decò, Neo-Gotico, Neo-Bizantino, Neo-egizio, Mesopotamico e Neoclassico che tappezzano il cimitero. Lo cita Mark Twain nel libro Innocents Abroad, ed Ernest Hemingway lo loda come una delle meraviglie del mondo.

..."innumerevoli cappelle in stile Liberty, Decò, Neo-Gotico, Neo-Bizantino, Neo-egizio, Mesopotamico e Neoclassico"...

Probabilmente le stesse sensazioni che proviamo noi adesso passeggiando tra le tombe di Staglieno, furono artefici della scelta per le copertine di due dischi del gruppo Joy Division, (il 45 giri Love Will Tear Us Apart e quella del LP Closer, pubblicato dopo il suicidio di Ian Curtis), delle foto di Bernard Pierre Wolff scattate proprio qui.


"...le foto di Bernard Pierre Wolff per le copertine del disco dei Joy Division "Love will tear us apart" furono scattate proprio qui, a Staglieno..."


I merletti e le vanità della moda dell’epoca sono rappresentati con dovizia di particolari quasi iperealista: redingote e finanziere, panciotti, guanti e veli, cappelli e fazzoletti, fibbie di scarpe e colletti rigidi.

Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova.
Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova.

E le mani di queste statue: giunte in preghiera, intrecciate, carezzevoli su guancie bagnate dalle lacrime e dalla polvere del tempo, oppure rabbiose chiuse a pugno.

Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova.

Il dolore e la moda dell'opaca plasmati in pietra nel Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova.

Uno dei simboli della morte, il gufo. Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova.

Mani di pietra che bussano a porte ormai chiuse per sempre, e sigillate da simboli quali la clessidra, il tempo che non torna, oppure il gufo, animale della notte,della morte.

Mani di pietra che nascondo la faccia sofferente, mani che scostano per l’ultima volta le lenzuola dal volto dell’amato ormai defunto.

Mani che stringono steli e frutti di papavero, il fiore dell’oblio, il fiore che fa dimenticare il dolore.

Particolare della moda dell'epoca.

Passeggiamo per due ore. E il tempo passa, tra le pietre ed il silenzio, senza rendercene conto. Ci accompagnano gli sguardi ciechi delle statue, la moltitudine di facce marmoree inconsolabili, provocanti, rassegnate, afflitte.

Una galleria di faccie e simboli fuori dal tempo, un continuo richiamo al momento e luogo della morte, doloroso per chi va, doloroso per chi rimane; quel momento e luogo che tanto ci costa abitare, che tanto ci costa affrontare oggigiorno, che ci illudiamo di evitare immergendoci nella ricerca così faticosa e così inutile di una gioventù eterna.

Semi di papavero per dimenticare ildolore della perdita. Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova.

"Mani di pietra che nascondo la faccia sofferente, mani che scostano per l’ultima volta le lenzuola dal volto dell’amato ormai defunto"...


Arriviamo alla statua dell’angelo della morte di Giulio Monteverde, che veglia i defunti della famiglia Oneto. Tappa obbligata di questa visita. Le braccia intrecciate, le forme sensuali senza età ma molto conturbanti, lo sguardo vero, duro, senza l’ipocrisia che spesso si cela intorno alla morte. Una bellezza dolorosa, come lo puo’ essere la verità, a volte. "Silenzio!" sembra dire, parafrasando Pirandello ,"oggi, qui, si recita la Morte...."

Ed in silenzio usciamo verso la vita.


Arriviamo alla statua dell’angelo della morte di Giulio Monteverde..."Silenzio!" sembra dire, parafrasando Pirandello ,"oggi, qui, si recita la Morte...."

Angelo della morte di Giuglio Monteverde, Cimitero di Staglieno, Genova.

 

Monica Silla vive e lavora a Barcellona, Catalunya, Spagna. Appassionata sostenitrice delle relazioni sociali, ha fatto della sua passione un lavoro e nel tempo libero viaggia alla ricerca di nuove esperienze e luoghi fuori dalle rotte commerciali.

 

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